venerdì 7 febbraio 2014

Il cambiamento come atto volontario ed azione consapevole in un percorso di crescita personale.

Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto accade qualche trasformazione dentro e fuori di noi.
La maggior parte delle persone non riconosce questo processo e superficialmente
guarda con una maggiore attenzione ciò che non cambia mai e che appare statico,
sempre uguale, ma comunque rassicurante.
Le azioni quotidiane ci appaiono ripetitive: mi alzo, vado al lavoro, a scuola,
poi il pranzo e via così per l’intera giornata.

Come mai mettiamo tutta quest’attenzione
su ciò che ci appare ripetitivo, scontato,
uguale? Sembra sempre che manchi qualcosa!
Siamo quasi mai soddisfatti delle nostre azioni
e siamo continuamente alla ricerca
di nuove emozioni.
Così accade nelle relazioni, nelle famiglie,
nei luoghi di lavoro.
Come mai ci sentiamo così insoddisfatti?
Come mai non riusciamo ad apprezzarci
per le cose che facciamo o che facciamo
con il solo obiettivo di dimostrare
le nostre capacità agli altri?


E noi dove siamo scomparsi? Dove abita la nostra vera “essenza”, il nostro “vero io”?
Chi sono io? Sono la mia professione? Sono il mio titolo di studio?
Sono le radici con la mia famiglia o sono qualcosa di più?
Spesso non è facile riconoscere il proprio Sé da quello che abbiamo dovuto costruire
fin da piccoli per proteggerci da ciò che abbiamo proiettato come dolore, sofferenza,
disapprovazione, abbandono, separazione.

Se torniamo indietro nel tempo e ci chiediamo qual è stato il nostro primo
grande cambiamento, cosa ci viene da rispondere?

Forse ricordiamo qualche evento accaduto
a 4-5 o 6 anni, è difficile che qualcuno
ricordi avvenimenti accaduti molto prima
di questa età.
La mia esperienza di Rebirther mi suggerisce
di affermare che il primo grande cambiamento
che facciamo nella nostra vita è NASCERE.
Sì, proprio così. Noi passiamo da un ambiente
protetto, immersi nel liquido amniotico
a una temperatura di 37 gradi, nutriti, cullati,
in una condizione di semibuio,
ad un improvviso e sconcertante cambiamento. 

Dobbiamo respirare per la prima volta con i nostri polmoni, se ci va bene a una temperatura
di 20 gradi, magari esposti ad una luce al neon abbagliante.
La prima sensazione che proviamo è di separazione da nostra madre, da un ambiente
caldo e protetto per sperimentare un senso di abbandono e di confusione.

Inoltre, ciò di cui non teniamo conto, è che durante la nascita registriamo
tutte queste emozioni e le depositiamo nel nostro inconscio.
Anche un parto” naturale” porta con sé sensazioni non piacevoli.

Durante il resto della nostra vita, quando penseremo di dover cambiare qualcosa,
in automatico la nostra mente e il nostro corpo creeranno questo sistema inconscio:

CAMBIAMENTO = STRESS E TRAUMA.

Quindi chi potrebbe desiderare dei cambiamenti avendo questo imprinting emozionale?

Ben poche persone sceglieranno il cambiamento consapevolmente se non conoscono
questa loro parte di storia personale. Si decide di fare cambiamenti solo se si è costretti dagli eventi.
Immaginate qualcuno che ha avuto una nascita complicata o addirittura rischiava
di morire, come potrà scegliere di attuare un cambiamento?

Grazie alla crescita personale, conoscendo profondamente il nostro vero Sé, possiamo
permetterci di fare cambiamenti nella nostra vita. I ricordi e le emozioni si faranno sentire,
ma avremo fiducia nell’andare oltre, nel non fermarci alle sensazioni bloccanti
del corpo (memorie corporee traumatiche) per fare nuove esperienze.
"Il cambiamento è inevitabile, la crescita personale è una scelta" Bob Proctor.

Benvenuti sulla strada della consapevolezza e della crescita personale dove tutto
accade FACILMENTE!

Vi aspetto al prossimo incontro per entrare ancor più profondamente nella matrice
cellulare-emozionale di ciascuno di noi e scoprire la via per RINASCERE ALLA VITA.

Un grande abbraccio di cuore
Giuliana Gatti
Rebirther e counsellor olilstico

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